Textilities...Once Removed
MOSTRA
6 Marzo–17 Aprile 2016
FAR – Villa Sucota
Textilities...Once Removed ha riconfigurato un gruppo di opere di Charlotte Posenenske, già esposte nella prima parte della mostra, e le ha messe a confronto con un ampio nucleo di poesia concreta a due e tre dimensioni creata negli anni '50 e '60 dal gruppo brasiliano Noigandres, con opere di Andre Cadere, Hilary Lloyd e Janice Kerbel, e con una selezione di matrici di stampa katagami ottocentesche e di tessuti tinti "a riserva" appartenenti alla collezione della FAR.
Nel Brasile dei primi anni '50 - alla soglia del boom economico che porterà alla creazione di Brasilia e Petrobràs e al crescente influsso degli interessi statunitensi sull'economia del paese - i Niogandres (Décio Pignatari e i fratelli Augusto e Haroldo de Campos) hanno investigato le qualità sovversive "verbivocovisuali" del linguaggio e le capacita generative dello spazio grafico. Per loro "solo nella misura in cui essa è un linguaggio espresso materialmente, una concrezione di segni, una forma significante, la poesia è poesia". La loro opera è stata rappresentata in mostra da un vasto numero di poesie postali e poesie tridimensionali, serigrafie, collages, libri, documenti e materiale effimero.
La ricerca strutturale dei Noigandres trovava eco in mostra nella volontà di Posenenske di scomparire dalla propria opera ed offrire "una dimostrazione dei principi di modificazione razionalizzata", nei sistemi infetti delle Barres de Bois Ronde di André Cadere e nell'opera recente di Janice Kerbel e Hilary Lloyd. Di Janice Kerbel erano in mostra il ciclo di nove canzoni per sei voci, Doug, e un lavoro tipografico di grandi dimensioni. In entrambi l'artista persegue un'alternanza fra analisi forsenica e coinvolgimento totale per avvicinarsi a linguaggi musicali a lei precedentemente estranei. Quest'alternanza, comune a tutta la sua opera, si accoppiava al ricorrente interesse a dar forma a cose che normalmente non ne hanno.
Movie (2015) di Hilary Lloyd usava un montaggio altamente coreografato. In esso spezzoni filmati, immagini fisse, e immagini ri-fotografate raccontano uno sguardo al tempo stesso ossessivo e distaccato che si rivolge alla superfice del visibile e da origine ad un'indagine autoriflessiva sull'atto del guardare.
Nel contesto della FAR queste ricerche hanno ritrovato un'ulteriore assonanza metodologica negli ikat - tessuti contraddistinti da un processo di tintura "a riserva" che permette al colore di penetrare solo alcuni segmenti del filo mentre altri sono protetti da una legatura impermeabile - e nella matrici di stampa katagami che hanno dato origine ad una decorazione sistemica ad alta precisione ma esterna alla fibra tessile.
La mostra è stata inaugurata il 5 marzo con una performance di Doug, il ciclo di nove canzoni per sei voci composto da Janice Kerbel.