Fondazione Antonio Ratti

Chiara Buss

Due secoli e mezzo di storia e storie tessili: 1690-1939, posticipato a Giugno

CORSO
14 Aprile–30 Giugno 2023
FAR - Villa Sucota

Questa seconda fase del percorso storico iniziato nel 2020 avrà la caratteristica nuova di trattare tessuto, costume e moda in una società moderna. Dunque più facilmente comprensibile? Sì, ma ancora una volta, solo attraverso l’indagine squisitamente tecnica dei tessuti, contrapposta (accompagnata?) all’analisi estetica dei disegni, sostenuta dalla lettura disincantata dei sogni venduti insieme “alle nuove mode”.

Le sete del Settecento saranno viste quale simbolo della dualità che permea tutto il secolo: il contrasto tra fede e scetticismo, tra assolutismo e Illuminismo, tra la ricerca tecnologica e l’empirismo artigianale. Verranno confrontati i tessuti e la moda creati per la società che non vuole vedere il cambiamento in arrivo e si rifugia nel sogno - spesso esotico o ingenuamente democratico - e i tessuti e la moda che invece testimoniano una società che il cambiamento lo auspica e lo aiuta a instaurarsi.

La moda e i nuovi tessuti “semplici” della Rivoluzione francese testimoniano novità tecniche che, ancora una volta, sono sostenute da un sogno, quello di poter far rivivere la repubblica romana, esempio che porta straordinaria libertà all’abbigliamento femminile, ma che prestissimo si sposta all’impero romano, impersonato dal nuovo eroe Napoleone, il quale nega quasi tutte le conquiste ottenute, ma che ha il merito di riportare in auge la Grande Fabrique di Lione.

Anche l’impero dura pochissimo, lasciando però nella sua scia nuove tecnologie e il seme della rivoluzione industriale che, soprattutto in campo tessile, rappresenta l’innovazione davvero rivoluzionaria che nella prima metà dell’Ottocento cambierà la qualità della vita, l’aspetto delle città, il concetto stesso di abbigliamento e di arredo.

Inevitabilmente, nella seconda metà del secolo vedremo tessuti e moda approdare al rifiuto del prodotto industriale e alla passione – nostalgia?- per “l’antico”, vissuto come riproduzione artigianale, curata e meno rapida di quella meccanizzata, un altro sogno di restaurazione di valori del passato che si scontra con la spinta inarrestabile del mercato all’ampliamento a dismisura del guardaroba che, come nel Settecento, va continuamente ammodernato, mentre il tessuto per arredo si fa invasivo e soffocante negli interni troppo “vestiti”.

Nel periodo di transizione tra i due secoli, la “Bella Epoca” che occupa il ventennio precedente la Prima Guerra Mondiale, le tecniche di tessitura arrivano a livelli di qualità e inventiva rari negli ultimi 2000 anni, mentre nel campo della moda Paul Poiret e Mariano Fortuny – così simili e così diversi tra loro - firmano quella che sarà la nuova via dell’abbigliamento.

Tra le due guerre mondiali disegnatori e tecnici che lavorano a Como, Lione, Londra e Vienna daranno vita ai tessuti, alla moda e all’arredo tessile che costituiscono ancora oggi la nervatura portante della “idea di tessuto”.

Chiara Buss

A conclusione di ogni incontro sarà disponibile l’abstract e la bibliografia specifica relative al periodo preso in esame.

Ogni lezione frontale (PPT) di circa 90’ sarà seguita da una seduta di laboratorio sui reperti del periodo illustrato – o a loro complementari - conservati presso le collezioni tessili della FAR.

PROGRAMMA:

Ven. 14.04 1690 -1789

La corte di Versailles detta la moda in Europa, mentre la Grande Fabrique di Lione ne fornisce i tessuti, con innovazioni incalzanti, cadenzate sul ritmo delle stagioni.

Esotismo e illusione: l’impero del Katai nei salotti, in giardino e alle feste, mentre il gusto neo-classico arreda gli interni inglesi.

Ven. 21.04 1730 – 1815

Il tessuto per soli uomini

La nuova estetica neoclassica e illuminista e la Rivoluzione francese portano una ventata di semplicità nella moda vestimentaria che rischia di distruggere la Grande Fabrique, che sa però come reagire.

Anche la passione per l’esotismo cambia percorso, passando ora per l’India

Ven. 16.06 1815 - 1880

Restaurazione e industrializzazione: nuove tecniche e vecchi disegni per la nuova società delle fabbriche e dei Grandi Magazzini nelle città sempre più popolose, sporche e rumorose. Con l’avvento del Secondo Impero, Parigi e Lione, ma anche Spitalfields, tornano a proporre novità in una furia di opulenza che corrisponde alle immense ricchezze della nuova borghesia.

La passione per l’antico, in stridente contrasto con la costante innovazione tecnologica.

L’improvviso incontro con la cultura giapponese.

Ven. 23.06 1880 – 1919

Revival e modernismo nell’abbigliamento: dal movimento femminista del Reform all’alta moda parigina, da Worth a Poiret, sino all’outsider Mariano Fortuny che riesce a incarnare entrambe le tendenze.

Revival e modernismo nell’arredo: Pugin da una parte e le Arts and Crafts, la Secessione viennese e la scuola scozzese dall’altra.

Ven. 30.06 1920 – 1939

Como e la nuova moda negli accessori di lusso per l’uomo.

I nomi della Haute Couture parigina sono ora nomi femminili per una donna che non vuole tornare al suo ruolo pre-bellico. Tessuti e ricami rilucenti di trame metalliche e applicazioni di perline e paillettes versus “semplici” tessuti uniti che presentano la vera novità del ventennio: le fibre artificiali e le primissime fibre sintetiche.

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