Fondazione Antonio Ratti

Lea Vergine

L'arte come specchio di paura e di desideri

CONFERENZA
3 Aprile 2009
FAR – Lungo Lario Trento

Lea Vergine

L'arte come specchio di paura e di desideri

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Per la seconda volta relatrice alla FAR, Lea Vergine, invitata da Mario Fortunato nell’ambito delle Ratti Lectures, dedica il proprio intervento alla figura dell’artista nel contesto sociale. Riprendendo Il corpo come linguaggio (la "Body-art" e storie simili), una delle sue pubblicazioni più conosciute, descrive gli artisti come coloro che riescono (e noi con loro) a "aggirare i nodi, a scivolare sulle tangenti del tema che sostanzialmente è sempre quello: la paura e la fatica del vivere".

Lea Vergine affronta poi brevemente altre tematiche di più stringente attualità, come il rapporto fra moda e arte, la globalizzazione dell’arte con particolare riferimento all’Oriente e un’acuta analisi del sistema dell’arte contemporanea partendo dalle interferenze fra la figura del critico e quella del curatore.

Lea Vergine (1938, Napoli - Milano, 2020), curatrice e critico d'arte, è stata autrice di importanti pubblicazioni sull'arte contemporanea. Tra queste: Il corpo come linguaggio (la "Body-art" e storie simili) (1974), Attraverso l'arte. Pratica politica / pagare il '68 (1976), L'arte ritrovata: Alla ricerca dell'altra metà dell'Avanguardia (1982), L'arte in gioco (1988), Gli ultimi eccentrici (1990), Arte in trincea. Lessico delle tendenze artistiche 1960-1990 (1996), Ininterrotti transiti (2001), La vita, forse l'arte (2014), L'arte non è faccenda di persone perbene. Conversazioni con Chiara Gatti (2016).
Ha curato numerose mostre, tra cui L'altra metà dell'avanguardia (Milano, Roma, Stoccolma, 1980-81), Geometrie dionisiache - in Italia oggi l'arte giovane (Milano 1988), Trash. Quando i rifiuti diventano arte (Trento, Rovereto, 1997-98). Ha scritto per Il Corriere della Sera e Il Manifesto. Alla FAR, Lea Vergine ha anche tenuto la conferenza Corpo mistico e corpo sociale (20 luglio 2002) durante lo CSAV - Artists' Research Laboratory tenuto da Giulio Paolini.

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