Fondazione Antonio Ratti

Alisa Del Re, Ida Dominijanni, Cristina Morini

Teatro di guerra. Disertare la scena, disarmare il linguaggio

CONFERENZA
17 Maggio 2022
FAR - Villa Sucota

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Intervengono Alisa Del Re (studiosa senior dell'Ateneo patavino), Ida Dominijanni (filosofa e giornalista), Cristina Morini (ricercatrice sociale e filosofa)

Teatro di uno scontro fra la Russia e l’Occidente che ha per posta in gioco l’ordine (o il disordine) mondiale, l’Ucraina è anche il teatro di una rappresentazione della guerra dove i ruoli sono predeterminati e fissi, le narrative di parte si impastano con le politiche dell’informazione, i torti e le ragioni si dividono con un taglio netto che prescinde dall’analisi storica delle cause e degli effetti, le identità e il linguaggio si armano secondo la stessa logica del riarmo militare generalizzato. In questa rappresentazione non c’è spazio per una prospettiva pacifista che significa in primo luogo, come il femminismo insegna, disertare queste logiche di scontro identitario e contrapposizione frontale, disarmare il linguaggio, articolare un’analisi delle differenze e dei conflitti - di classe, di sesso, culturali - che scompongono i due fronti del nuovo “scontro di civiltà” fra democrazie e autocrazie. In questa prospettiva, stare dalla parte delle vittime non implica solo la solidarietà verso il popolo ucraino aggredito e verso le donne e gli uomini che in Russia dissentono dalla strategia di Putin. Implica anche disegnare la mappa dei territori, delle figure sociali, dei /delle profughi/e che da questa guerra vengono sospinti in una condizione di marginalità e precarietà, e stringere con loro nuove alleanze transnazionali e transculturali.

Alisa Del Re, Studiosa Senior dell’Ateneo patavino, ha insegnato Scienza della Politica dal 1968 al 2013 (anno della pensione) all’Università di Padova e per alcuni anni all’Università di Paris VIII (Parigi). Nel 2008 ha fondato il Centro interdipartimentale di ricerca: studi sulle politiche di genere (CIRSPG) che ha diretto fino al 2013. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la cittadinanza sociale, le politiche famigliari, le trasformazioni socio-economiche e demografiche, la cittadinanza politica delle donne e i rapporti tra genere e politica locale. Ha scritto: “Le jour oùje suis devenue vieille” nel Dossier Vieilles et citoyennes in Pour n.242, mars 2022; “Cura e riproduzione sociale” in Giorgi C. (a cura di) Welfare. Attualità e prospettive, Carocci, 2022; “Produrre in assenza di corpi” in AA.VV. L’enigma del valore, dei corpi perduti, dei corpi ritrovati, 2020, in Effimera; tradotto in spagnolo, con ampliamento in AA.VV. La Renta Basica, Buenos Aires, ed. 90/Intervenciones, “Producir en ausencia de los cuerpos”; “Il lavoro di riproduzione e le macchine: alcune considerazioni in tempi di pandemia” in S&F, 2020; “Il lavoro di riproduzione e il mercato” in Beatrice Busi (a cura di) Separate in casa, Ediesse, 2020. “Women in Europe” in AA.VV. eds What’s legit?, Diaphanes, 2020.

Ida Dominijanni, giornalista e filosofa, fa parte del Centro Studi per la riforma dello Stato di Roma. È stata responsabile delle pagine culturali, notista politica e editorialista del quotidiano il manifesto e collabora oggi con Internazionale e altre testate. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all'Università Roma Tre (2001-2008) ed è stata fellow alla Society for the Humanities della Cornell University di Ithaca, USA (2014-2015) e visiting professor in varie università europee, americane e australiane. Suoi contributi di teoria politica e teoria femminista sono pubblicati in riviste e volumi collettanei italiani e internazionali: fra i più attinenti alla attuale situazione politica internazionale, Post-truth Politics and Indebted Sovereignties, ‘Soft power’ 2019/12; La trappola sovranista, ‘Parole chiave’ 2020/3. Nel volume 2001. Un archivio. L’11 settembre, la war on terror, la caccia ai virus (manifestolibri 2021) ha analizzato il discorso occidentale sulle guerre d’inizio millennio. Fra i suoi libri, inoltre, Il trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi (Ediesse, 2014).

Cristina Morini è una giornalista, saggista, ricercatrice indipendente. Si occupa di temi relativi al genere e ai processi di trasformazione del lavoro. Collabora con vari giornali e siti. Ha partecipato a diversi progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea. È socia fondatrice dell’Associazione BIN Italia (Basic Income Network Italia). Fa parte della rete di ricerca, analisi e discussione politica internazionale Effimera. È autrice di molti articoli e saggi sulla femminilizzazione del lavoro, la condizione precaria, il rapporto tra soggettività e capitalismo contemporaneo. Tra i libri, La serva serve, DeriveApprodi, Roma 2001; Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo, Ombre Corte, Verona 2010. Il suo ultimo testo è Vite lavorate. Corpi, valore, resistenze al disamore, Manifestolibri, Roma 2022

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