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Una conversazione aperta e polifonica tra Marina Abramović e Chiara Guidi e Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio sul lavoro teatrale di questi ultimi, con interventi del pubblico e dei curatori dello CSAV Angela Vettese e Giacinto di Pietrantonio. In riferimento a continuità e differenze tra teatro e performance, la conversazione affronta i temi del teatro come possibile spazio per lo svolgimento delle performance, dei ritmi e delle modalità di sviluppo dell’azione, della tensione tra razionalità e flusso emotivo. La supremazia che il teatro occidentale dà al testo, che tende a soffocare la centralità dell’azione e a ridurre l’attore/performer ad un semplice ripetitore, genera nel gruppo un rifiuto verso il teatro di prosa. In risposta, si avverte la necessità di spostare l'attenzione verso il corpo messo in scena e le dinamiche che innesca anche a livello di pubblico, in linea con quanto elaborato da Abramović.

La Socìetas Raffaello Sanzio è una compagnia teatrale d’avanguardia italiana fondata nel 1981 a Cesena da Romeo e Claudia Castellucci e Chiara e Paolo Guidi. Il loro lavoro è fortemente influenzato dalle arti visive, e prevede una forte impronta etica e politica, una rappresentazione aperta a tutte le forme di percezione (e in cui confluiscono diverse forme di arte) e la volontà di svincolare la rappresentazione dal testo. Tra le loro opere, Santa Sofia - Teatro Khmer (1986), Genesis for the Museum of Sleep (1999), Voyage au bout de la nuit (1999), il ciclo Tragedia Endogonidia (2002-2004), il ciclo Il Velo Nero del Pastore (2010-2012).