Il lavoro che Steinbach ha prodotto mentre era a Como rifletteva sulle relazioni tra acqua, ricreazione e lo stesso sviluppo scientifico. Steinbach ha accostato gli oggetti provenienti da una vetrina di modernariato a Hudson, New York e fotografie degli strumenti che hanno condotto alla scoperta della pila collocati nel Tempio Voltiano, un edificio progettato sul lago all'inizio del XX secolo. Le due raccolte si confrontavano, da una parte stava la maniera celebrativa con cui si usavano allestire le vetrine nei musei scientifici, che però l'artista ha riprodotto in fotografie volutamente fuori fuoco. Ne risultava una visione frammentaria, evocativa. Dall'altra parte stavano oggetti reali, che potevano essere toccati e addirittura spostati, disposti in modo apparentemente poco strutturato. Entrambe le collezioni condividevano la necessità e l'importanza di un supporto in cui venire custodite ed esposte al medesimo tempo, un sostegno che, come la base nella storia della scultura, non è mai di significato completamente neutro e influenza il significato degli oggetti esposti.